L’anno che verrà

Eccoci qui, mancano poche ore al passaggio e io saluto il 2022 con la riverenza con cui un discepolo saluta il suo maestro, il più severo.

È stato un anno faticoso, in cui la mia mente ha mentito tante volte, creando una percezione di mancanza anziché prendere atto dell’abbondanza.

Guardo a questo anno che termina come i viaggiatori salutano la terra da cui le navi salpano. Inizialmente con sollievo, come a dire “è finita!” ma a mano a mano che si allontanano sentono sempre di più nascere lo stupore e la gratitudine.
Stupore per aver raggiunto le vette altissime, superato strade impervie, e sentirsi ancora integri. Non frammentato, non distrutto, intero.
Grata per le lezioni imparate, per la scoperta di una forza e resistenza che non credevo di avere, per un linguaggio dell’ego che riconosco come non mio e che sto imparando a lasciare. Scelgo il linguaggio della compassione, del perdono.

Ti saluto mio caro 2022 con la riverenza e la gratitudine con cui saluto uno dei più grandi maestri di tutti i tempi della mia vita.
Lo faccio con il profumo di un pandoro appena sfornato: quest’anno ho cucinato tante volte per dovere; questa volta è stato un piacere.
Lo faccio con un buon prosecco, perché mi merito il meglio.
Lo faccio scrivendo memoria di questo anno, perché io non possa mai dimenticare le difficoltà, i pianti, le tristezze. Ma sopratutto perché io possa ricordare la forza percepita al termine delle prove, il potere che sento e l’integrità nell’essere me stessa.
Voglio onorare chi c’è stato.
Voglio rispettare il modo in cui ognuno ha potuto esserci.
Voglio perdonarmi per tutte le volte che potevo fare meglio.
Voglio amarmi.

Grazie 2022. Sei stato un grande maestro.
Mi hai insegnato che so resistere.
Imparerò a farlo senza lamentarmi.
Mi hai mostrato che ho una forza che non conoscevo.
Ne farò memoria. E imparerò a non spaventarmi.
Ora so che le difficoltà non sono insormontabili.
Un passo alla volta si può superare ogni vetta.

Brindo a me. Brindo a te, che come me hai superato una montagna, che l’hai fatto scoprendo che sei forte, coraggioso o coraggiosa, che sei tenace, che sei integro o integra.
È stata dura.
Ma ora è tutta discesa.
Godiamoci il panorama e brindiamo.
Alla gioia, alla vita… che scorre anche negli inverni più rigidi.
Brindiamo, balliamo, ridiamo.
Ce lo siamo meritato.

Giura che non lacerai passare un minuto
senza infilarci dentro un respiro gioioso.
Giura che andrà così
e che parlerai agli altri con immensa accoglienza
e li guarderai con commozione,
ogni giorno è l’unica e l’ultima occasione che abbiamo.
Giura che sarai una casa
per chi non ha casa,
un cielo in cui gli uccelli stanno bene,
la terra giusta per il verme,
la bocca pronta a baciare.
Giura che in ogni giornata avrai più vita di tutta la vita che hai avuto.
Giura che ti taglierai le unghie con piacere,
ti vestirai con gioia,
camminerai come se fossi un paralitico guarito,
ascolterai ogni parola come un sordo che ha ritrovato l’udito.
Franco Arminio


(Grazie alla mia amica Benedetta, per questa poesia di Franco Arminio, sembrava scritta per me)

2 risposte a “L’anno che verrà”

  1. Grazie x questa riflessione…cara Laura. Anche io ho brindato al 2022 che mi ha messo alla prova, ma che mi ha, anche, regalato una nuova vita e una nuova consapevolezza. Che bisogna gioire di ciò che si possiede, xche ‘ nn è scontato. Questo natale è stato bellissimo insieme a mio marito ed alla mia famiglia. Buon anno .

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