
Capita anche a voi di uscire per una camminata che poi si trasforma in una sosta dopo l’altra per raccogliere un legnato, una bacca o una foglia secca?
Una semplice passeggiata all’aria aperta può trasformarsi in una fantastica avventura se ci armiamo di due fondamentali ingredienti:
– possibilità di stupirci
– pazienza
Se usciamo con l’obiettivo di far prendere un po d’aria ai nostri bambini cerchiamo di abbandonare la modalità adulta della performance: sbrigarsi, camminare veloce e a testa bassa, raggiungere un obiettivo. Quindi cerchiamo di lasciare a casa ogni comunicazione che sia vicina a: “Dai, sbrigati?” “Ma non possiamo fermarci ogni cinque minuti!” “Su, forza!”
Quando decidiamo di fare una passeggiata con i nostri bambini dovremmo darci la possibilità di donarci un tempo e uno spazio nuovi: un tempo lento, per far nascere la curiosità, lo stupore, allenare l’osservazione, la capacità di guardare a ciò che ci circonda; uno spazio di possibilità, verso un orizzonte nuovo, senza la necessità di dare risposte immediate, per noi scontate, ma soffermarsi in uno spazio sospeso di domande, in cui lasciarci stupire dalla capacità del bambino di riflettere sui fenomeni del mondo, di ipotizzare risposte.

Mia figlia Rebecca è davvero molto curiosa e certamente cerco di promuovere questa importante qualità sostenendo il suo bisogno di fermarsi, osservare ciò che cattura la sua attenzione, raccogliere piccoli tesori, portare a casa i doni dell’esperienza vissuta.
Stamattina sia uscite approfittando del fatto che non piovesse: è stato così bello osservare come si fermasse a osservare il cielo, guardare i suoi occhi curiosi che mi chiedevano: “C’è il sole oggi?” “Perché non c’è?”, oppure fermarsi a raccogliere le prime foglie cadute a terra, darle il tempo di confrontare i colori delle foglie diversi, a seconda della tipologia, della fase, chiedersi come mai ci fossero dei gusci vuoti di chiocciole… “Dove sono andate?”
Ogni giorno torniamo a casa con un ricco bottino e così stamattina mi è venuta l’idea di portare con me un contenitore e creare il cestino dell’autunno. Ho letto molti articoli sull’importanza di esporre i bambini ai materiali naturali stagionali e ho pensato che non ci fosse occasione migliore che vivere l’esperienza diretta dell’autunno, e della ciclicità delle stagioni, che raccogliere i suoi tesori e portarli a casa per osservarli, giocare, ecc.

Io credo che la capacità di osservazione della realtà sia una competenza che vada allenata, come la capacità di farsi domande, ecco perché cerco di vivere i momenti di tempo libero in modo attento e presente, per consentirmi di non perdere occasioni di crescita per Rebecca e di relazione tra noi. Credo che siamo molto importante vivere le esperienze insieme, arricchirle di ricordi capaci di evocare episodi, aneddoti, senza considerare che sostenere l’interesse spontaneo del bambino è fondamentale per stimolare un amore per la conoscenza, una curiosità per il mondo che lo circonda e per ogni esperienza che possa rivelarsi occasione di apprendimento. La capacità di osservare il mondo, i fenomeni naturali e la sua ciclicità sono competenze naturali nei bambini ma che hanno necessità di essere sostenuti dai genitori. Come? Ponendo domande. E se è necessario dando risposte, ma farlo senza la presunzione di avere la verità in mano, perché un bambino potrebbe sempre formulare una nuova ipotesi da verificare!

Ah!!! dimenticavo!!! Cercate di utilizzare un linguaggio autentico, reale, evitando diminutivi ecc. I bambini amano classificare e per farlo hanno bisogno di conoscere il termine esatto di ogni cosa. Questo li aiuterà anche ad aumentare il loro vocabolario personale e a orientarsi nel mondo.
PS: cerchiamo quindi di documentarci, sennò rischiamo i confondere una lumaca con una chioccola!!! Tutto questo può rappresentare una grande opportunità per noi adulti: stimolandoci a fare esperienze di apprendimento e comprendere ciò che diamo per scontato ma che non conosciamo.
Buon autunno.