Letture per l’inserimento

Settembre è anche il mese che spesso associamo all’inizio scuola.
Si riprendono le attività, i bambini iniziano nuovi cicli e questo comporta nella loro vita grandi cambiamenti.

L’inizio della “scuola dei grandi” crea sempre tante aspettative, sia nei bambini sia nei genitori. Spesso anticipiamo ai bambini che sarà entusiasmante conoscere nuovi amici, fare nuove esperienze. Ma quasi sempre dimentichiamo di dire che sarà un’esperienza che i genitori non saranno presenti alla scuola dell’infanzia.
Ambiente nuovo, nuove insegnanti, nuovi amici ma senza genitori.

È un’informazione che pensiamo sia scontata ma spesso è proprio l’omissione di questo semplice dettaglio che crea così tanti problemi ai bambini.
Ecco allora che ai genitori si richiede una maggiore presenza, una maggiore pazienza e capacità di accogliere i bisogni dei loro figli.

Possiamo aiutarli con delle letture.

Questo albo illustrato, molto semplice, offre la possibilità al genitore di affrontare le paure e le angosce dei bambini quando si trovano soli, senza la mamma. Ci sono tanti modi di affrontare l’assenza: la certezza che sia andata a procacciare il cibo, il timore di non rivederla, la tristezza per la mancanza.
e lei tornò! Soffice e silenziosa.
Perché vi agitate tanto, lo sapevate che sarei tornata!
Un’immagine bellissima, che permette di affrontare, anticipandole, le paure dei bambini.
Leggere questo libro qualche giorno prima l’inizio della scuola ci permette di immaginare le paure, ipotizzare il modo in cui verranno affrontate.
“Anche tu, ad un certo punto, potrai sentirti solo perché non vedi la mamma e allora cosa puoi fare? Puoi essere fiducioso (o fiduciosa): la mamma è andata a comprare il pane e ora torna, oppure potrai essere un pò triste, come Tobia, ma io sarò come mamma gufa, e tornerò, e sarà bello abbracciarsi”


Questo è un altro testo, che narra l’ingresso di un bambino nei suoi primi giorni alla scuola dell’infanzia. Questa lettura è utile perché, oltre a esorcizzare le paure dei bambini, possiamo già immaginare i momenti della routine quotidiana e l’opportunità di ritrovare più mamma e più papà, ovvero l’esperienza della separazione vista come arricchimento di esperienza.

A questo albo illustrato è associato il quaderno pedagogico.

A cosa serve? Questo è un quaderno che offre percorsi di formazione e incontro con i genitori per prepararli a vivere l’esperienza dell’inserimento in un modo fisiologico e arricchente, sia per loro sia per i bambini.
È anche un testo teorico a cui fare riferimento, per pensare percorsi di accoglienza, scelte progettuali, riflettere sull’idea che abbiamo del bambino e della sua permanenza a scuola.

Rispetto a come gestire i pianti dei bambini, la comunicazione con loro, puoi leggere qui alcune info più pratiche.

Buon rientro.

Settembre…periodo di inserimenti

Settembre è generalmente un mese impegnativo per alcuni bambini e le loro famiglie: l’inserimento all’asilo nido o l’ingresso alla scuola dell’infanzia sono due momenti cruciali che possono presentarsi del tutto naturali e fisiologici, oppure al contrario un’esperienza dolorosa, critica, che mette in subbuglio un intero sistema famigliare. Quest’anno, a maggior ragione: come gestiremo gli inserimenti dopo il lungo periodo di permanenza a casa dei bambini? Che cosa può aiutare un bambino a vivere un buon inserimento, un buon ambientamento? Il primo aspetto da considerare è che tipo di relazione ho costruito con mio/a figlio/a? Quale è la qualità del nostro attaccamento? Come ho risposto ai suoi bisogni? Quando parliamo di attaccamento intendiamo “una relazione intima e primaria” (J. Bowlby), che si costruisce nei primi anni di vita e si sviluppa tra il bambino e le figure che si occupano maggiormente di lui, la madre, in primis. La qualità della relazione dipende dalla capacità, dell’adulto che si occupa del bambino, di percepire e comprendere le sue esigenze e di provvedervi con risposte adeguate. Il tipo di attaccamento che il bambino ha instaurato con le figure di riferimento rifletterà inevitabilmente il tipo di inserimento che il bambino andrà a vivere. 

Il bambino, che ha avuto una figura di riferimento emotivamente disponibile, che ha intercettato i suoi bisogni e li ha soddisfatti, vive generalmente un attaccamento sicuro. La sua esperienza diretta è che il mondo degli adulti lo comprende, soddisfa i suoi bisogni, è affidabile: verso se stessi e gli altri svilupperà sentimenti di fiducia.

Il bambino che sperimenta che il mondo adulto non è sempre capace di interpretare in modo corretto i suoi segnali, oppure riceve una risposta tardiva, fa esperienza di un attaccamento evitante: questo comporta senso di sfiducia verso se stesso e gli altri. L’inserimento con figure nuove potrebbe suscitare preoccupazione e ansia: la paura di non essere compreso, di non trovare un ambiente capace di farlo sentire bene. 

I bambini che, in risposta al loro pianto (sintomo di un bisogno), ricevono una risposta a volte appropriata e a volte no, oppure sperimentano una gestione ansiosa del suo bisogno (sono i casi in cui il genitore ha paura di non fare bene, è preso da altri pensieri, il suo viso è preoccupato, le sue braccia sono tese, e non possono dunque diventare spazio di conforto e sicurezza) vivono con il genitore un attaccamento ambivalente. Il bambino sente che a volte può fidarsi dell’adulto e a volte no, vive l’esperienza che i suoi bisogni sono fonte di nervosismo e preoccupazione, svilupperà verso il mondo esterno un senso di insicurezza, e la percezione che non è possibile fare affidamento sugli adulti per creare una relazione efficace. L’inserimento di questo bambino, il congedo da parte del genitore, potrebbero rappresentare momenti molto problematici. 

In ultimo, il bambino che viene esposto a ripetute manifestazioni di stress da parte del genitore, che, nel rispondere in modo confuso e nervoso al bisogno del bambino, manifesterà anche eccessiva tensione sia verbale che fisica (prendere in braccio bruscamente un bambino, quando si è nervosi, per esempio, sarà inizialmente di sollievo ma potrebbe provocare un nuovo pianto, se è troppo forte, andando a sommare questo disagio al bisogno che deve essere ancora soddisfatto), vive un attaccamento disorganizzato: un eccesso di nervosismo e tensione, insegnano al bambino che le emozioni intense sono disorganizzanti, mandano in tilt il sistema e generano un senso di paura, inaffidabilità. 

Nei casi in cui si vive con difficoltà l’inserimento del proprio bambino è importante: NON SENTIRTI IN COLPA, NON AVERE FRETTA. Lascia al tuo bambino il tempo di ambientarsi e di sviluppare sicurezza. NON BUTTARLO IN UN NUOVO AMBIENTE CON LA PRETESA CHE DEVE SUBITO STARE BENE. Tu sei sempre disposto alla novità? Agli ambienti in cui non conosci nessuno? Lasciati aiutare dalle figure educative: figure specializzate e preposte all’accoglienza del bambino, ma anche della sua famiglia e delle proprie vulnerabilità. Nessun insegnante vuole intromettersi tra il genitore e il figlio, tutti gli insegnanti vogliono invece fare il possibile perché il bambino viva bene l’inserimento e il tempo scuola in generale. In ultimo…ricordatevi sempre di salutare il vs bambino prima di andare via, è angosciante avere un genitore che sparisce all’improvviso!!! 

Buon lavoro!